Avrete sentito usare anche voi l’espressione "open house": è un’abitudine nel mondo anglosassone quando un’agenzia immobiliare presenta una abitazione in vendita e permette ai potenziali acquirenti di visitarla, di solito nell’arco di un weekend.
In Italia, ormai, l’idea di "Open House" (maiuscole d’obbligo) è strettamente legata all’attività di un’associazione culturale che si è ispirata al lavoro del Fondo per l’Ambiente Italiano per declinare le proprie attività in ambito metropolitano. Il suo nome è Open City.
Cosa fa Open City
Dal 2010 in Italia, questa associazione culturale si appoggia a un network di appassionati volontari, fra i quali architetti, studenti universitari, storici, per far visitare luoghi poco noti della città nella quale si vive. Non parliamo di monumenti archeologici aperti in via eccezionale, ma di capolavori di architettura contemporanea, gallerie e laboratori d’arte, studi di designer o altri creativi.
Il cuore delle loro operazioni si chiama proprio, per riallacciarci all’inizio di questo post, "Open House", seguito dal nome delle città partecipanti: quasi trenta in tutto il mondo che per un weekend aprono le porte a luoghi di interesse storico normalmente chiusi ai cittadini.
Ci sono ville di design appartenute a personaggi famosi, archivi, esperimenti nell’ambito dell’edilizia e chi più ne ha, più ne metta: il tutto è gratis per i cittadini, a patto di riuscire a prenotare un posto per tempo (comprensibilmente, l’idea di accedere a luoghi esclusivi ha incontrato il favore anche di semplici curiosi).
Quanto costa Open City?
La generosità rimane di casa, a ogni modo: e Open City organizza anche visite virtuali, videoconferenze, podcast – sempre senza chiedere una lira.
Associarsi (il che ovviamente è a pagamento) a Open City non è obbligatorio per accedere agli eventi, a meno che non sia coinvolto un privato con richieste diverse (il proprietario di una struttura, una guida che chiede un rimborso…), nel qual caso abbiamo notato che il pubblico è molto più disponibile a "sborsare" se ha ricevuto già molto in cambio.
Un’idea da copiare, senz’altro, per chi oggi pensa di mettere su un’associazione culturale tutta sua e vuole, magari, muoversi in ambiti simili. Intanto consigliamo di imparare a conoscerli, magari con gli appuntamenti a distanza della serie "Viaggi nei paraggi".